Thursday, June 11, 2015

Grazie continua...

Quando il silenzio mi fa compagnia,
posso permettermi di continuare la mia storia
simile a quella di tante altre persone emi grate,
unite nel ricordo del gran passo affrontato negli
anni dopo laseconda guerra mondiale.
Nella stazione dove eravamo arrivati si
sentiva gente piangere, gridare e correre v
erso quella sala immensa sino a che pian piano
tutto tornò quasi normale anche sui visi delle
guardie ferroviarie che finalmente vedevano tutte
quelle persone stanche, nervose e un po strane,
andarsene con i loro parenti.
Io però non volevo andarmene,
non volevo lasciare che il treno puzzolente
se ne partisse via senza di me perché solo
lui sapeva il percorso che mi poteva riportare
alla nave per far ritorno al mio paese.
Ma cosi non fu e fui costretta di mala voglia
a seguire quell'uomo che ci faceva fretta.
Era una domenica di metà agosto con un c
aldo soffocante e umido, avevamo fame,
ma potei udire quell'uomo dire ad un'altroche
ci voleva più di un'ora per arrivare a casa...
Entrammo tutti in un auto che scaricava una puzza
da far venire il vomito, ma il mio stomaco era
vuoto e non ne poteva uscire niente....
Dal mio finestrino vedevo girare l'auto di qua e di là,
a volte andava diritto, altre volte mi sembrava
che andasse indietro. Dovunque automobili,
tanti automezzi, ma più di tutto era c
olpita da una specie di corriera che emetteva
nuvole di fumo e quel fumo era dappertutto …
e il mio stomaco continuava a ribellarsi.
Finalmente arrivammo.La casa era tutta bianca e
rifletteva tanta luce quasi da far male agli occhi.
Ci accolsero una donna altissima e un uomo magrissimo
con una bambina di due anni che guardava con o
cchi fissi nel vuoto: erano i miei zii e la mia cuginetta
che vedevo per la prima volta.
Il pranzo era pronto e c'era anche un bicchiere
con una bevanda nera o marroncino
dal sapore per me disgustoso, con tante di
bollicine che mi entravano nel naso.
Che schifezza pensai; così che ho gustato
il mio primo bicchiere di coca-cola.
Con una pasta rossa, un pane passabile
e un pollo per otto persone iniziò
la mia nuova vita canadese.
Quei primi tempi furono difficili per la lingua,
per la maniera con cui ci trattavano nei negozi,
e per il mio stomaco che si rivoltava ogni volta
in cui passavo vicino a quelle corriere...
Agosto finì e arrivò settembre.  
Mal vestiti,col freddo e le intemperie,
quei primi due o tre anni furono
davvero molto duri. Io andavo a
scuola dalle suore, alcune erano buone
e comprensive, altre un po meno e in classe
ci mettevano negli ultimi banchi
perché avevamo problemi con la lingua
e non potevano occuparsi troppo di noi.

Ritornero per l'ultima puntata fra qualchi giorni.  
NB: GRAZIE DAVIDE

No comments: