Monday, November 12, 2012

Ieri - oggi - domani

"Qualcosa luccica tra le macerie. Non so cosa sia.
Vorrei distogliere gli occhi, eppure mi attira a frugare
tra ciò che rimane di un giorno lontano.
Mi avvicino con un po’ di timore
e uno strano calore mi pervade pian piano
mentre nell’aria, un acre odore si spande.
Immobile, mi fermo a guardare.
Mi avvolge una forza e con vigore mi stringe,
guardo attorno e con passo incerto
mi dirigo verso quel salice amico
dove il tempo mai sembra passato.

Giovani imberbi , come tanti altri, eravamo.
Mezza sigaretta sulle labbra scolorite,
una barzelletta e il nostro riso ostentato,
non per quanto fosse divertente il racconto
ma per farci coraggio e allentare la morsa
dell’ oscura, soffocante paura.
Quella paura che, in prima linea, giorno e notte
come gelosa amante ci abbracciava,
sostituendo neri presagi
al ricordo di un amore lontano.
E venne l’orrore, il fuoco e la morte
a decimare speranze aggrappate al domani.
In venti, nel nostro gruppo eravamo
e in cinque soltanto ci guardammo negli occhi:
E ora che cosa facciamo, dove andiamo?”
- gridò qualcuno con voce tremante -
“ Staremo qui a seppellire i morti ?
Lasciamoli lì e mettiamoci in salvo! “
Per un attimo scese un profondo silenzio:
"Voi andate pure, mi fermo io, qui.”
-disse il più giovane -
“Non mi sembra giusto abbandonarli così.
Con noi, al nostro fianco han combattuto.
Hanno combattuto per i padri e le madri
che hanno lasciato in paesi lontani.
Hanno lottato per i figli e le spose
che ora attendono invano il loro ritorno.
Come negare ai nostri compagni l’onore di una terra
che il loro sangue ha bagnato?”
Qualcuno chinò il capo ma nessuno si mosse.
Ci mettemmo allora a ricomporre
quelle povere membra straziate
raccogliendo qualche oggetto personale,
ricordo da rendere alle loro famiglie,
e le piastrine con matricola e nome.
I corpi poi disponemmo uno accanto all’altro,
sembrava quasi che si tenessero per mano,
e lieve di terra coprimmo le spoglie mortali.

Quanto tempo è passato!
Volevo tornare in questo luogo
che da tempo ho inseguito nei sogni
ed ora sono qui, con mezza sigaretta ancora
tra labbra scolorite dal freddo.
Come allora un raggio di sole illumina le fronde
del nostro albero di “salice piangente”
e fa baluginare un riflesso tra la terra smossa.
Mi sono chinato a liberare una vecchia catenina,
con una piccola piastra sformata dal tempo…
una lacrima l’ha bagnata, leggendo il mio nome
su quel che io persi in quel giorno lontano.

Ora so finalmente dove posso trovare riposo
ed è qui, accanto agli amici di molte battaglie,
dove il ricordo struggente diventa dono di vita.

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Ieri no mi sentiva di publicare questo
per l'emozione troppo viva in me, al vedere la
sepoltura dell'ultimo Veterano di guerra 
Canadese del 1914-1918 deceduto 3 mesi fa.
Quelli del 1939-1945 sono quasi tutti deceduti
solo un centinaia rimasti, ma la piu grande 
tristezza era di vedere quei poveri genitori 
che hanno perso figli e figlie nei ultimi 10 anni...    
 

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