Tuesday, November 22, 2011

il lamente

Sono in attesa al “Pronto Soccorso”, la persona amata è dentro, 
dietro a porte che non permettono a nessuno di vedere cosa succede…
Accanto, seduto su una panca, un vecchietto solo, parla ad alta voce.
La sua compagna di 65 anni è ormai agli ultimi attimi di vita:

“Mi sento furente in questo momento,
nessuno riesce a capirmi, né la mia famiglia,
né i miei figli, nessuno, ma proprio nessuno.
Che cosa ho fatto di male?
Non ho mai ucciso nessuno!
Mi sono preso cura dei miei vecchi, 
anche se, credetemi, a volte avrei voluto essere
sulla luna piuttosto che in questa mia casa.
Cosa ho fatto di male e a chi, perché il mondo
mi debba crollare sulle spalle?
Per quanto sto male neanche una lacrima
riesce a bagnare i miei occhi .
La gola si chiude, non riesco a respirare,
negli orecchi un fischio lancinante mi tormenta.
E ancora mi chiedo il perché
di questa ingiusta punizione, di questa vita
sempre vissuta nella paura!
La paura mi ha attanagliato giorno e notte,
ma il mio viso doveva sembrare sempre sereno
o magari doveva anche piangere quando serviva,
ma mai mostrare quel che sentivo davvero.
Vedo attorno tanta gente felice,
io invece posso contare sulla punta delle dita
le mie giornate davvero felici.
Ora, lugubri pensieri mi assalgono,
non posso sfuggirli, non so come uscirne…
Se potessi darei la mia vita senza pensarci due volte, 
per alleviare il dolore ai miei cari,
ma purtroppo quando questo arriva,
con loro e per loro lo devo affrontare.
Non posso dare ad altri le mie pene
e nessun tesoro le può comprare.
Si resta soli con le proprie angosce,
soli senza poter far nulla di fronte a situazioni
che mandano il cuore a pezzi.
Come faccio ad affrontare un’altra giornata?
Ho paura, una paura nera e costante.
Ma cosa avrò fatto di male!...”

NB: Davide hai la pazienza di un santo
con il mio Italiano, ma io so che faresti
questo anche se io mi trovasse in Italia
senza conoscenze aprofondite della tua
mia lingua Italiana.

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